Come ha reagito l’azienda e cosa devono aspettarsi i rivenditori
“Ho deciso di aumentare le scorte per mantenere le promesse fatte ai nostri clienti, anche se i prezzi continuano a salire.” Parla Daniela De Faveri, Amministratrice Delegata di ECLISSE.
Qual è l’attuale situazione dell’edilizia italiana?
L’edilizia è uno dei tanti settori travolti dalla crisi delle materie prime. Non è un fenomeno solo italiano, interessa tutti i mercati internazionali e praticamente tutti i settori industriali.
I prezzi sono volati alle stelle negli ultimi mesi. Il rincaro su acciaio e ferro in primis, ma anche su plastiche, legno, bitume e cemento sta rallentando i cantieri edili mettendo a rischio gli obiettivi del Recovery Plan.
Il fenomeno è già stato annunciato dall’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili. La domanda resta molto alta, anche per effetto degli incentivi in atto, ma si rischia di formulare delle offerte che vanno continuamente riviste al rialzo e non si riescono a rispettare le scadenze degli ordini per la difficoltà a reperire i materiali.
Come ha reagito ECLISSE a questa pressione dei costi della catena di approvvigionamento?
Senza indugi. Abbiamo deciso di aumentare le scorte in magazzino, pianificando gli acquisti con largo anticipo e soprattutto acquistando quanto più materiale disponibile, nonostante i forti aumenti di prezzo. In questa situazione di grande incertezza, che al momento non accenna a diminuire, era l’unico modo per assicurare le forniture ai nostri clienti. Fino a questo momento ci siamo riusciti, a differenza di altre aziende.
Sicuramente si tratta di un’esposizione importante. Abbiamo potuto permetterci di agire in questo modo avendo alle spalle una solidità economica costruita in anni di lavoro e una gestione finanziaria da sempre finalizzata a garantirci una buona liquidità, proprio per poter affrontare momenti come questo.
Il listino prezzi ha subito tre revisioni in aumento nel 2021. Com’è stato gestito in questo frangente il rapporto con la rete vendita?
Ciascuno di questi aumenti è stata una decisione obbligata che non avremmo voluto prendere. Posso dire però che in misura complessiva questi tre incrementi sono stati inferiori al 10% rispetto ai numeri di partenza e riflettono solo in minima parte quelli che sono stati gli aumenti dei prezzi delle materie prime.
Abbiamo dunque preferito farci carico di questa situazione, riducendo prevalentemente i nostri margini e scongiurando maggiori problemi a livello di forniture. L’augurio resta quello di una maggiore stabilità nel 2022, ma nel frattempo continuiamo a lavorare d’anticipo per assicurare la continuità di approvvigionamenti e consegne.
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